Nei grandi ristoranti o nelle piccole trattorie ... l'eccellente cucina abruzzese sarpà stupirti con ricette preparate con i genuiti prodotti del territorio.
Quella di cazzarielli e fagioli è una ricetta tipica abruzzese simile per certi versi alla pasta e fagioli napoletana, ma più brodosa. I cazzarielli con i fagioli sono un piatto tipico in particolare della zona di Roccaraso e Castel di Sangro. Questa tipologia di pasta è impastata e lavorata a mano, questo è un valore aggiunto che la rende ancora più gustosa, ricorda il sapore di montagna, di calore e inverno davanti al caminetto. I fagioli vengono conditi con verza, guanciale e salsa di pomodoro.
Gli orapi, sono degli spinaci selvatici ricchi di ferro, vitamine e sali minerali. Anticamente erano utilizzati, per via delle loro proprietà, come ricostituenti e prodotti depurativi e lassativi. Le foglie degli orapi, inoltre, se cotte con l’olio d’oliva, vengono utilizzate anche come impacchi contro piaghe e scottature. Ma è come ingrediente che danno il meglio di sé. Possono essere cucinati come un contorno (sia soffritti che lessati in padella), ma anche come ingrediente per zuppe, frittate e primi piatti. Come il caso dei nostri gnocchetti con gli orapi. A dimostrazione della loro bontà e diffusione, ogni anno il 13 di agosto, a Barrea viene organizzata la sagra dei orapi, durante la quale gustare questi particolari spinaci in tante diverse (tutte prelibatissime) versioni. Un piatto povero ricco di sapori. Perché è così che nasce la grande cucina. Non dai tavoli dei ristoranti stellati, ma dalle difficoltà (a volte vere e proprie miserie) dei contadini e dei pastori. Gli gnocchetti con gli orapi sono uno di questi esempi, in quanto è un piatto preparato con ingredienti facilmente reperibili dai pastori
Un alimento completo che fa bene allo spirito e riempie gli occhi.
A base di farina di mais, ricca di fibre che rallentano l’assorbimento degli zuccheri contribuendo a mantenere bassi i livelli di glicemia, sui monti abruzzesi la polenta diventa “maritata”, ovvero condita in vari modi secondo le antiche ricette delle nonne. C’è quella con peperoni e salsicce, quella con i fagioli bianchi di montagna lessati e le costine di maiale, quella al ragù di cinghiale, dal gusto deciso e robusto.
Una zona di confine, in cui confluiscono le tradizioni abruzzesi, laziali e molisane. È il territorio di Roccaraso, nell’Alto Sangro, un piccolo borgo che mette al centro della sua vita sociale la valorizzazione della natura e della cucina locale. Quando si dice Abruzzo si dice anche arrosticino, e viceversa. Gli arrosticini, chiamati anche “rustelle” sono realizzati con la carne di castrato (quasi esclusivamente di pecora adulta) che viene tagliata a piccoli pezzi, infilata in spiedini di legno e cotta sulla inimitabile furnacella, il braciere tipico e unico su cui cuocerli. È un cibo popolare, aggregante e trasversale che unisce il gusto di tutti, un po’ come le patate fritte, per di più lo fa a buon mercato.